Manovra 2026: 18,7 miliardi tra tagli fiscali e spinta alla difesa. La scommessa è l’equilibrio UE

Il governo ha approvato una legge di bilancio per il 2026 dal valore complessivo di 18,7 miliardi di euro, con tagli d’imposta e nuovi stanziamenti di spesa. L’obiettivo dichiarato è sostenere famiglie e imprese rafforzando al tempo stesso la capacità difensiva del Paese, sfruttando le flessibilità consentite dai nuovi parametri fiscali europei.
La struttura della manovra è ibrida: prosegue le misure di riduzione del cuneo fiscale e di sostegno alle imprese, mantiene parte della spesa sociale e aumenta in modo significativo le risorse destinate alla difesa. L’esecutivo punta a utilizzare una “escape clause” europea, ovvero una finestra temporanea che permette di sforare il limite di deficit per spese considerate strategiche a livello comunitario. È una mossa che intende conciliare le richieste di rigore provenienti da Bruxelles con la necessità di alimentare la crescita interna.
Nel quadro macroeconomico la dinamica dei conti pubblici resta moderatamente favorevole: deficit in calo verso il 3 per cento, spread stabile e costo del debito contenuto. Tuttavia il basso tasso di crescita potenziale e l’elevato debito richiedono continuità nelle riforme strutturali su produttività, concorrenza e giustizia civile. La manovra, da sola, non potrà risolvere queste criticità, ma può evitare di aggravarle se manterrà coerenza con il percorso di rientro.
Le aree più delicate sono tre. La prima riguarda la compatibilità europea delle spese militari: sarà necessario dimostrare la ricaduta industriale domestica e la coerenza con i programmi UE. La seconda è l’onere aggiuntivo imposto a banche e assicurazioni, un settore che ha già sostenuto parte del carico fiscale e che, se colpito ulteriormente, potrebbe ridurre l’offerta di credito. La terza è la capacità amministrativa di attuare le riforme previste dal PNRR: senza un’accelerazione dei progetti, l’impatto della manovra sulla crescita resterà marginale.
In sintesi, la legge di bilancio 2026 rappresenta una scommessa sull’equilibrio: stimolo controllato, disciplina finanziaria e tentativo di costruire credibilità europea. L’opportunità per il Paese sta nell’utilizzare le spese per la difesa e per le filiere strategiche come leva per attrarre investimenti e innovazione senza oltrepassare i limiti imposti dall’Unione.